Ero sedicenne, ero bella e non ero di nessuno...
16 ottobre 1975.
Quel giorno portai un regalino a mia madre che aveva il compleanno lo stesso giorno del mio. O meglio, ero io che avevo avuto la ventura di nascere nel giorno del suo compleanno.
Lei mi guardò e, con l'aria di chi pensa: "ormai sei grande figlia mia...", guardò il pacchettino infiocchettato che le avevo appena dato e lo fece scivolare verso di me.
La vidi sollevata e rasserenata, come se si fosse liberata da un grande peso. Cercò di mantenere l'aplomb, e con tutto il gelo nordico di cui era capace, aprì la bocca e solennemente mi dichiarò:
“Non si può obbligare una madre ad amare una figlia”.
Proprio così mi disse: non mi amava, anzi mi disprezzava. La mia presenza, la mia esistenza, era un fastidio, un grande peso per lei. Per lei e per tutta la famiglia.
Quanto aveva dovuto aspettare per potermi dire questa verità e liberarsi la coscienza!
Da allora si è finalmente sentita libera di non amarmi più. E mi ha lasciato libera di essere sola, per sempre.
Questo fu il mio regalo di compleanno. Avevo sedici anni, ero bella, anzi molto bella. E non sapevo che farmene della mia bellezza.
Ero diventata una donna: quel giorno, avevo capito cosa vuol dire sentirsi un rifiuto.
Un rifiuto. ...a Teenager in the Waste Land.
Non è da tutti ricevere in dono una così folgorante lezione di vita.
Si chiama apprendimento istantaneo, in termini biologici: il cervello a seguito di uno stimolo violento si modifica fisicamente e conserva la memoria per sempre dell'esperienza. Come un marchio a fuoco.
Poi non te lo dimentichi più.

Teenage Wasteland / Baba O'riley


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