
Hieronymus Bosch (attribuito a), Il concerto nell’uovo, XVI sec.
Olio su tela, 108,5x126,5 cm., Musée de Beaux-Arts, Lille
Cammino su un guscio vuoto e saluto i passanti,
ma piano per non rompere il terreno fragile dove poggiano i piedi.
Sotto ormai, sotto la crosta sottile, non rimane quasi più nulla.
Hanno portato via tutto, fondamenta e radici,
sfilandole un pezzetto alla volta.
Sostituite da una nera invisibile putrida melma.
Sopra la testa anche il cielo è una livida cappa
una sfera sempre più opaca che assorbe
i bagliori della nostra vita in palude.
Non alziamo lo sguardo. Non più
aria trasparente per respirare
per vedere lontano,
le stelle, lo spazio profondo.
Chiudo gli occhi, allora, per guardare dentro,
nell'oscuro antro del cuore,
per trovare lo spessore mancante,
e poi appena oltre il bordo del mio corpo ricurvo.
Mi ritraggo come l'antenna sfiorata di una lumaca.
Davanti, uno specchio incolore riflette il nulla dietro di me,
invisibili uomini e donne senza più faccia.
Col cervello svuotato
come un uovo di pasqua senza sorpresa,
immobili mummie senza più linfa.
Cammino e saluto i passanti.
Ci stanno spegnendo pian piano,
un neurone al giorno, macchinette mostruose e obbedienti.

Renè Magritte, La riproduzione vietata (Ritratto di Edward James), 1937
...There's someone in my head, but it's not me.
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